Ormai se ne parla ovunque, i rifiuti sono diventati un problema molto serio da risolvere e da considerare parte della nostra quotidianità.
Qui non vogliamo parlare di argomenti scottanti come la quantità di plastica in mare, di tecnologie all’avanguardia per rimuoverla o di qualche progetto innovativo a livello globale.
Qui ci poniamo solo l’obiettivo di parlarvene Friendly Fins, di parlarvene con i nostri occhi: semplici, curiosi e friendly.
Ora Friendly Fins, immaginatevi di trovarvi in una bella spiaggia bianca tropicale, nel nostro caso alle Maldive…
Camminando in spiaggia
Nel nostro immaginario, le isole maldiviane potrebbero assomigliare a dei piccoli angoli di paradiso: palme che si affacciano sul mare calmo e cristallino, aria calda e avvolgente, la sabbia morbida e fresca, la quiete senza tempo…
Già, forse una volta era davvero così, adesso però ci spiace deludere i sognatori come noi ma la realtà non sempre è così. Quando si passeggia in questi luoghi si tocca con mano il problema dei rifiuti marini: la spiaggia è l’esempio lampante di questo grave problema.
Spesso la realtà ci appare così nuda e cruda davanti ai nostri occhi: le bottiglie di plastica sono coloro che la fanno sempre da padrone, seguite a ruota da polistirolo, scarpe, cannucce, spazzolini da denti, corde, lenze, scatolette di tonno… La lista spesso viene arricchita con piatti rotti, bottiglie di vetro, sacchi pieni di spazzatura galleggianti, pannolini, insomma non c’è spazio per l’immaginazione.
In un luogo disabitato o abitato da pochissime persone, la domanda sorge spontanea: “Come ci è arrivata qui tutta sta roba?”
Quello che c’è oltre ai rifiuti
La spiaggia dopo un’accurata e profonda pulizia, ritorna splendida, pulita, una gioia per il cuore; ma non è facile mantenerla. Spesso osserviamo gli abitanti del posto che non si preoccupano di questo problema, a prima vista potrebbero non avere sensibilità, potrebbero non avere a cuore il patrimonio ambientale che hanno, oppure semplicemente non aver voglia di pulire.
“ Noi non siamo qui per fare gli avvocati, ci fa piacere raccontare solo quello che abbiamo visto”
Cosa vuol dire pulire la spiaggia
Ora vi raccontiamo cosa significa pulire una spiaggia: immaginatevi di camminare lungo la battigia e iniziare a raccogliere i rifiuti che trovate, a fine passeggiata avrete raccolto il vostro bel gruzzoletto di rifiuti e buttato nei cassonetti…
Piccola parentesi: attualmente, in molte isole del mondo e soprattutto alle Maldive, ci sono inceneritori a cielo aperto che bruciano tutti i rifiuti prodotti dagli isolani e che arrivano dal mare.
Ora la spiaggia è perfetta! Nessuna bottiglietta, nessun sacchetto di plastica, finalmente la spiaggia dei sogni…
Torniamoci dopo una settimana… La spiaggia sarà tale e quale a come l’abbiamo trovata prima di pulirla.
Nel corso della nostra esperienza maldiviana, abbiamo pulito e visto pulire le spiagge molte volte ma vi assicuriamo che è davvero difficile riuscire a mantenerla pulita, nonostante la buona volontà.
Abbiamo potuto notare numerose donne, nel corso delle settimane, riempire interi camioncini di bottigliette di plastica e rifiuti raccolti in diverse parti dell’isola. Vere e proprie spedizioni punitive nei confronti di queste spiagge deturpate, l’impegno è stato tanto ma non sempre ripagato, perché è vero, molti abitanti delle Maldive non hanno sensibilità verso il loro ambiente e questo impedisce all’isola di rimanere pulita più a lungo… Questo succede anche in Italia però, non dobbiamo stupirci quando vediamo un maldiviano buttare una cartaccia per terra, dopo tutto in Italia si fa di molto peggio no?
Ma se vi raccontassimo che la maggior parte delle persone sull’isola di Feridhoo beve acqua piovana?
Questo significa che il 90% delle bottigliette di plastica trovate in spiaggia non è dell’isola ma bensì arriva dal mare, trasportata dalle correnti, dalle maree o semplicemente riversata in mare da qualche barca di passaggio.
Di conseguenza, nessuno sarebbe contento se a casa sua trovasse in continuazione i rifiuti degli altri e dovesse per di più rimuoverli e preoccuparsi del loro smaltimento…
Nei prossimi anni, le Maldive adotteranno delle procedure molto rigide per la raccolta dei rifiuti, il riutilizzo della plastica e la tutela dell’ambiente, sarà la soluzione?
Noi Friendly Fins pensiamo che la soluzione siano solo le persone… Continuate a leggere per scoprire perché!
I rifiuti che non si vedono…
Abbiamo parlato di ciò che si vede fino adesso, di una triste realtà che è sotto agli occhi di tutti ma quello che non si vede?
La spiaggia è solo l’anticamera di quello che possiamo incontrare in mare, qui però è più facile che passi inosservato, una persona che fa snorkeling intorno non va certo a guardare i rifiuti insabbiati in mezzo alla barriera corallina!
“Solo perché non si vedono però non vuol dire che non ci siano…”
A discapito di quello che si pensa, la plastica, il rifiuto marino per eccellenza, non è solo galleggiante ma affonda e può provocare danni inimmaginabili.
Pensate ad un sacchetto di plastica che finisce sott’acqua e ricopre la superficie di un corallo che ha bisogno del sole per garantire la vita a lui e alle sue piccole alghe simbionti, oppure della corrente per poter filtrare il nutrimento… Ovviamente stiamo parlando della plastica che riesce a raggiungere il fondo e quindi non viene prima mangiata da altri animali. Questo è un altro discorso che affronteremo…
I rifiuti che incontriamo sott’acqua sono molto diversi da quelli “spiaggiati”, nel corso delle nostre uscite nella barriera corallina, abbiamo incontrato le cose più disparate: pannoloni, scarpe, ombrelli, sacchi di pietre e fili elettrici, tantissime lenze e materiale da pesca, e infine una quantità abnorme di tessuti.
Tessuti? Ma come quelli non si decompongono?
Tessuti pericolosi
Ci si aspetta che i rifiuti più pericolosi siano quelli che ci mettono tantissimo a decomporsi, in realtà il vetro è meno inquinante della plastica e la plastica inquina tanto quanto (o forse meno?) di un vestito nella barriera corallina.
Pare che l’usanza di buttare vestiti che non “servono più” in mare, sia frequente a giudicare dalla quantità che se ne trova sulla barriera corallina. Tutta questa massa di tessuti si “appoggia” sulla barriera corallina, la soffoca, si aggrappa ad essa e strappa i coralli, insabbiandoli e uccidendoli.
Questa è la cosa che più ci ha scioccati, eravamo pronti alla quantità di plastica sulla spiaggia ma i famosi materiali biodegradabili e decomponibili sono altrettanto dannosi per l’ambiente finché non scompaiono completamente. Trovare parti di barriera corallina completamente deturpate da “vestiti” lascia un grosso amaro in bocca, senza pensare a quelli già sotterrati e scomparsi (a prima vista).
Cosa possiamo fare noi Friendly Fins per i rifiuti?
In realtà, le cose che possiamo fare sono davvero molte e anche facili da mettere in pratica.
Non buttare niente nell’ambiente
Non facciamoci ingannare quindi Friedly Fins dai cosiddetti materiali biodegradabili, non gettiamo comunque niente nell’ambiente perché non sappiamo quanto tempo ci mette a “scomparire” e soprattutto l’effetto che può avere nell’ambiente nel frattempo.
Raccogliere i rifiuti
Spesso percepiamo un po’ di disappunto e un po’ d’imbarazzo a raccogliere i rifiuti da terra. Sono d’accordo con voi, non è proprio la cosa più igienica del mondo ma è di estrema importanza adesso come adesso…
Perché?
Se ci dovessimo trovare in spiaggia, una qualsiasi spiaggia sparsa nel mondo, potremmo dare il buon esempio a raccogliere i rifiuti presenti. E fin qui, se siete arrivati fino in fondo a questo articolo, significa che l’argomento vi sta a cuore e siete dei veri Friendly Fins rispettosi dell’ambiente!
Nella nostra permanenza alle Maldive, abbiamo notato che le persone locali erano curiose, ci osservavano quando raccoglievamo la plastica e tiravamo fuori borsate di rifiuti dal mare. La curiosità genera interesse e l’interesse genera voglia di provare. Sicuramente non avremo convinto tutti gli abitanti a raccogliere i rifiuti ma senz’altro qualcuno lo farà e a sua volta riuscirà a convincerà qualcun altro!
Puntare al riciclo e al risparmio
Vivendo in un’isola per molto tempo, in cui non c’è nulla al di fuori di beni di prima necessità, ci si rende davvero conto di quante cose superflue amiamo circondarci nella quotidianità. Spesso ci ritroviamo la casa stracolma di “cose” più o meno utili che sono vecchie, oppure passate di moda, oppure semplicemente non ci ricordiamo più di avere.
Ecco Friendly Fins, noi pensiamo che la salvaguardia dell’ambiente parta proprio dalle nostre case… Ora non è più tempo di accumulare e accumulare, ora per cambiare le cose dovremmo limitare le spese a quelle realmente utili, eliminando il superfluo, ogni cosa che compriamo richiede dispendio energetico e di materiale per poterla generare, un giorno questa cosa dovrà essere buttata via e smaltita.
Perché non riciclare anche? Dobbiamo ancora abituarci a questo nuovo modo di vivere, ma vi assicuro che funziona e questo è di fondamentale importanza per l’ambiente. Questo argomento però richiede molto più tempo che alcune righe!
Prima o poi ne parleremo, ma nel frattempo raccontateci cosa ne pensate voi di questo scottante tema!
Lasciateci un commento Friendly Fins!
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