“Perché conoscermi? Bhe io sono sempre stato conosciuto per i miei aculei, ma so fare altre cose oltre che pungere!”
Chi è il riccio di mare
I ricci di mare comprendono circa 950 specie che si fanno riconoscere molto bene, le loro specifiche caratteristiche ci danno poco margine di errore:
La forma può essere regolare e quindi sferica, oppure irregolare e perciò ovale o cuoriforme;
Il suo scheletro è calcareo formato da diverse piastre saldate fra loro;
“Quando muoriamo, viene portato in spiaggia dalle onde e correnti, sicuramente l’avrete già visto!”
Il colore è molto vario: neri, viola, rossi, bianchi, rosa...
“Siamo belli variopinti”
Hanno il corpo ricoperto da aculei che possono essere o tutti lunghi uguali, alcuni più lunghi e altri più corti, spessi o sottili, rivolti indietro o perpendicolari al corpo;
“In ogni caso non faticherete a riconoscerli”
Hanno un’apertura orale verso il basso e una aborale (ano) verso l’alto;
Hanno piccole strutture tra un aculeo e l’altro chiamate pedicellarie: sono strutture a pinza che si preoccupano di pulire la superficie del corpo dai detriti ma anche di difendere l’animale;
“Tra poco vi spiegheremo meglio cosa sono in grado di fare!”
Con un po’ di attenzione possiamo vederli “camminare” grazie al movimento coordinato degli aculei per far presa sul fondale e dei pedicelli per farsi trascinare.
“Cosa sono i pedicelli? Tra un attimo lo scoprirete!”
Strani parenti
I ricci di mare, chiamati anche echinoidei, fanno parte degli echinodermi come le stelle marine, stelle serpentine, gigli di mare e oloturie (cetriolo di mare). Apparentemente sembra che tutti questi organismi non abbiano niente in comune tra loro ma invece tutti hanno:
Una simmetria pentamera, probabilmente sviluppatasi come adattamento alla vita sedentaria
Un sistema vascolare acquifero molto ingegnoso per il movimento: è costituito da una serie di canali colmi d’acqua che si estendono all’esterno tramite delle proiezioni chiamati pedicelli ambulacrali passando attraverso aperture dello scheletro calcareo.
“ i pedicelli ambulacrali sono fatti da un ampollina piena d’acqua e da una specie di ventosa che esce dal nostro corpo. Queste, gonfiandosi, ci permettono di muoverci sul fondale”
Uno scheletro interno di carbonato di calcio costituito da piastre ossee chiamate ossiculi.
Lo scheletro del riccio è facilmente distinguibile da quello dei suoi parenti perchè presenta un'apertura abbastanza grande nella parte "sotto" ossia orale dove risiedeva l'apparato masticatore e la parte "sopra" cioè aborale con delle strane "decorazioni".... Vediamo:
Al centro della parte aborale troviamo il madreporite, che è un'insieme di piccole piastre fuse tra loro con molti fori, ha la funzione di mettere in comunicazione il sistema acquifero con l'esterno;
La maggior parte dei ricci presenta delle placche forate con colori alternati: da alcune di esse dipartono gli aculei mentre da altre fuoriescono i pedicelli e pedicellarie;
In altri ricci, come quello nella foto qui sotto, invece sono ben evidenti 5 "petali" forati dette piastre genitali che rappresentano le aperture verso l'esterno delle gonadi per espellere i gameti.
Dove vive il ricco di mare
I ricci di mare hanno colonizzato i mari di tutto il mondo, sia i mari temperati che tropicali, sia fondali sabbiosi che rocciosi. È molto facile vederli tra gli anfratti delle rocce anche a pochi metri di profondità. I ricci regolari prediligono di più fondali rocciosi mentre gli irregolari la sabbia.
Per esempio, nel Mar Mediterraneo abitano 26 specie di ricci: 11 regolari e 15 irregolari.
Cosa e come mangia il riccio di mare
I ricci di mare sono onnivori, questo è un grande punto a loro favore per permettersi di adattarsi ovunque. Mangiano per lo più briozoi, alghe, polipi di corallo, piccoli invertebrati e resti di animali morti.
Alcuni ricci si sono specializzati a mangiare alghe e sono anche molto voraci! Un’eccessiva abbondanza di ricci erbivori in un determinata zona, non bilanciata dalla presenza di predatori, potrebbe creare una vera e propria desertificazione.
I ricci hanno una particolare struttura boccale chiamata Lanterna di Aristotele, costituita da ben 35 ossiculi con relativi muscoli associati. Deve appunto il nome al grande filosofo greco che la descrisse per primo, dando a questa struttura la somiglianza di una lanterna.
La lanterna di Aristotele è un apparato masticatore molto robusto ed efficiente che permette al riccio di spezzettare il cibo da ingerire.
Anche le pedicellarie contribuiscono alla cattura del cibo, intrappolando le larve planctoniche che finiscono tra gli aculei del riccio e dirigendole fino alla bocca.
Armi del riccio di mare
Per quanto possa sembrare una statica pallina spinosa, il riccio non è così tranquillo, anzi sa sia difendersi che attaccare!
Innanzitutto gli aculei sono tra le armi più efficaci: possono essere appuntiti o non, cavi e contenere delle sostanze velenifere.
Seconda arma sono le pedicellarie che, oltre alle funzioni già viste, possono contenere veleno che iniettano ai principali nemici: le stelle marine.
Inoltre tutte le strutture del corpo, compreso lo scheletro calcareo, possono essere rigenerate rapidamente in caso di rottura.
Otre alle stelle marine, il riccio di mare si deve guardare gli aculei da pesci come saraghi, alcuni grossi gasteropodi e crostacei, uccelli marini e lontre marine.
“Nemmeno noi abbiamo una vita facile”
La vita del riccio di mare
I ricci di mare sono a sessi separati quindi ci saranno maschi e femmine difficilmente distinguibili dall’esterno. Alcune specie si aggregano verso il litorale per potersi accoppiare, la fecondazione è esterna con il rilascio in acqua dei gameti.
Durante la stagione riproduttiva, le 5 gonadi di colore arancione (sacche che contengono ovuli o spermatozoi) si gonfiano molto e occupano gran parte dell’interno dell’animale. Queste sono famose dal punto di vista culinario e vengono per lo più mangiate crude.
“Il problema è che non si possono estrarre se non uccidendoci e non sempre c’è la certezza di trovarle al nostro interno.”
I gameti vengono poi espulsi tramite il madreporite o le piastre genitali.
Dalla fecondazione nasceranno delle piccole larve planctoniche che dopo numerose trasformazioni, si depositeranno sul fondale e daranno vita ad un nuovo piccolo riccio.
Friendly Fins e ricci di mare
Possiamo incontrare facilmente il riccio di mare durante uno snorkeling o immersioni. Spesso si vedono più facilmente di notte o al crepuscolo, quando escono dal loro nascondiglio e iniziano a cacciare.
Ovviamente è inutile dire che è meglio non toccarlo né pestarlo!
La puntura è molto dolorosa e i suoi aculei una volta entrati nella nostra pelle si rompono ed è tanto complicato quanto doloroso riuscire a togliere tutti i frammenti. Oltre ad essi abbiamo visto che ci sono le pedicellarie che contengono veleno pronto ad essere usato per difendersi.
"Non è un veleno letale per l'uomo, ma neanche una passeggiata di salute!"
Rimedi in caso di puntura
Appena punti sentiamo un gran dolore che possiamo attenuare con ghiaccio e qualche sostanza anestetica.
Inoltre è consigliabile mettere acqua calda sulla puntura, in quanto il veleno è termolabile e quindi si inattiva col calore.
Infine ci si arma di santa pazienza e si tolgono manualmente gli aculei e gli eventuali frammenti con la massima attenzione, perché si rischia facilmente un’infezione che andrà curata con antibiotico.
“Traduzione= vacanza finita! Quindi mi raccomando Friendly Fins controllate sempre dove mettete i piedi e mani, soprattutto nei primi metri d’acqua e poi evitate di toccare qualsiasi cosa sott’acqua!”
Ma una volta che abbiamo riconosciuto il riccio… Perché non proviamo distinguere un riccio dall’altro?
Seguiteci per scoprire le loro differenze!
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