Il pregiato cacao del Madagascar
- Friendly Fins
- 5 dic 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 31 mar 2024
L’ultima mattinata di tour abbiamo deciso di dedicarla alle piantagioni di cacao. Non dimentichiamoci che siamo in Madagascar, il paese che vanta una produzione di cacao tra i più pregiati al mondo.
Così, dopo aver alloggiato in quel surreale albergo stile europeo, ci ributtiamo nella confusionaria città Ambilobè con le sue viuzze e mercati lungo le strade. (Cosa ci facevamo lì? Scoprilo!)
Questa mattina però, siamo diretti ad Ambanja: la patria del puro e unico cacao del Madagascar.
Ambanja, una cittadina senza tempo
Quando arriviamo alla città di Ambanja, una delle più grandi del Madagascar, mi sembra di essere entrata in una sorta di vecchio film: strade in terra battuta, banchetti per la strada che vendono qualsiasi cosa commestibile e non, e i mitici bicitaxi!
In generale in Madagascar, il più diffuso mezzo di trasporto è il tuk tuk, una specie di ape piaggio modificata oltre ai classici taxi. Qui invece ci si sposta grazie a questi giovanotti che pedalano tutto il giorno sulla loro bicitaxi.
Un giro al mercato
Non si può e ripeto non si può, visitare una città in Madagascar, senza visitare il famoso e “particolare” mercato delle spezie. È a tutti gli effetti un mercato coperto con tutte le bancarelle una vicina all’altra che propongono frutta, verdura, cestini di rafia, pesce e carne, senza dimenticare qualche bocconcino fritto per togliere la fame di metà mattinata.

Ci teniamo a dire che la maggior parte delle persone in Madagascar non hanno la corrente elettrica né l’acqua corrente, perciò si riforniscono di energia grazie a pannelli solari (non tutti) e i pozzi d’acqua dolce presenti nei villaggi. Dove vogliamo arrivare?
Vogliamo arrivare a dire che è meglio non lanciarsi in esperimenti culinari ignoti perché il cibo non è conservato come a casa nostra e quindi potrebbe crearci dei problemi intestinali se non siamo abituati a mangiarlo.
Non fidatevi ad assaggiare niente perché non troverete un bagno dietro a ogni angolo!
Finita l’esperienza mistica del mercato, usciamo dalla città e ci dirigiamo alle piantagioni, non sono difficili da trovare perché sono letteralmente ovunque!
La pianta del cacao
Come riconosciamo queste strane piante da tutte le altre? La prima informazione che ci dà Stefano è che sono piante che non amano la luce diretta del sole quindi non sono molto alte e vivono sotto ad altre piante molto più grandi che fanno ombra. Il frutto del cacao, a differenza dei frutti che conosciamo noi, non cresce sui rami ma direttamente sul tronco della pianta e ci sono tre specie (trinitario, creolo e forestale) che si differenziano esternamente grazie alla colorazione. I frutti sono o rossi o verdi.
Quando il frutto è maturo diventa giallo, si taglia e all’interno si trova una specie di pappetta bianca (buona da mangiare) e dei semi immersi dentro. Vengono prelevati, fatti fermentare per sei giorni e infine fatti essiccare finchè non prendono il tipico colore del cacao cioè nero. Questi, una volta sbriciolati, daranno origine al cacao 100% amaro del Madagascar.
Ebbene non ci resta che assaggiarlo!

La caccia alla pianta giusta
Il cacao non è l’unica star della piantagione in cui ci troviamo, in realtà ovunque intorno a noi si trovano piante “famose” ma più o meno nascoste. Perciò Stefano mette alla prova il nostro olfatto e il nostro gusto, iniziando così un indovinello botanico senza precedenti! Si comincia:
1. Si trova sotto terra, è una radice di colore marroncino, una volta tagliata però l’interno è di un arancione intenso! Ci buttiamo subito sullo zenzero ma sbagliamo miseramente

perché non è arancione! Secondo tentativo: Curcuma! Ebbene ci siamo! Chi l’avrebbe mai detto che questa spezia che usiamo anche noi a casa, in realtà ha queste sembianze?
Continuiamo…
2. Ci avviciniamo ad una pianta, Stefano taglia una piccola parte di corteccia e ci chiede di annusarla! Qui non possiamo sbagliarci: è cannella! In base a come viene tagliata dalla pianta può creare o no i tipici “ricciolini” con cui noi tipicamente la conosciamo!
3. Incontriamo un’altra pianta dalla quale pendono dei piccoli grappoli di palline verdi. Questa è difficile: è il pepe nero del Madagascar. Le palline verdi, una volta maturate, vengono essiccate al sole finché non diventano nere e perciò pronte per l’uso.
4. Torniamo sul terreno, spunta qualcosa dalla faccia nota dal terreno, eccolo! Questo è lo zenzero senza ombra di dubbio, con la sua forma cicciotta e irregolare.
Abbiamo quasi finito, ma Stefano ha tenuto il meglio per la fine...
La pregiata vaniglia del Madagascar
Non solo il cacao è famoso in tutto il mondo, anche la vaniglia ha un posto di prim’ordine come esportazioni e qualità.
Con grande stupore intanto vi diciamo che la vaniglia è un’orchidea, ed è l’unica orchidea commestibile. È una pianta rampicante e perciò necessita di un sostegno per la sua coltivazione.
La vaniglia però, non è originaria del Madagascar ma arriva dal Messico. Fin qui va tutto bene se non chè in Messico l’impollinazione del fiore è fatta da una formica che si dedica assiduamente a questo scopo.

Questa formica però non è mai arrivata in Madagascar, perciò tutte le piante di vaniglia vengono impollinate ARTIFICIALMENTE E A MANO! Il fiore sbocciato può essere impollinato entro tre giorni con un piccolo ago che mette in comunicazione gli organi sessuali maschili e femminili che risiedono nello stesso fiore ma in posizioni diverse per cui un’autoimpollinazione sarebbe impossibile.
Al di là della spiegazione botanica, la cosa sorprendente è il processo a mano che richiede attenzione e fatica. Il risultato però è assolutamente sublime: dal fiore nascerà questa bacca verde che una volta matura diventerà gialla e perciò pronta per la raccolta e l’essiccazione, fino a che non diventerà nera e pronta per essere utilizzata.
Io amo la vaniglia e vi posso assicurare che ha un profumo eccezionale una volta essiccata! Ecco una delle tante meraviglie della Natura!
Rientro a Nosy Be
Il nostro tour è volto al termine, dopo aver acquistato una buona quantità di souvenir, si salta in macchina e si riparte. Abbiamo l’appuntamento al porto di Ankify per il rientro a Nosy Be nel primo pomeriggio.
Il tragitto fino al porto è stato un susseguirsi di diversi paesaggi e stati d’animo per aver vissuto un piccolo assaggio di un modo di vivere completamente diverso dal nostro.
In fondo il viaggio serve proprio a questo no? A farti tornare diverso da come sei partito!
Il tour del Nord del Madagascar è senz’altro un’esperienza avventurosa e gratificante da fare ma non per tutti!
In generale, il Madagascar non è per tutti proprio perché non ha le comodità a cui si è abituati in Europa, perciò Friendly Fins per fare un viaggio di questo tipo ci dobbiamo armare di spirito di adattamento a 360 gradi, ma vedrete che le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare!

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