I RELITTI DI ABU NUHAS
- Friendly Fins
- 13 nov 2024
- Tempo di lettura: 7 min
Abu Nuhas, noto anche come 'il Cimitero delle Navi', è una tappa obbligatoria per i subacquei appassionati di relitti come noi! Il nome Abu Nuhas significa "Padre della Sfortuna", e con buone ragioni Friendly Fins! Ci troviamo a Nord di Sharm El Sheikh, a circa 3 ore di navigazione dal porto.
Arriviamo in questo luogo incredibile con un mare piatto e il sole che scalda già alle 9 del mattino, pare tutto tranquillo ma davanti a noi appare questa barriera corallina circolare quasi affiorante che, ha causato l'affondamento di almeno 5 navi...
Siamo pronti per tuffarci: siamo qui per vedere i 4 relitti più superficiali di Abu Nuhas ma anche l'abbondante vita marina che è cresciuta proprio sopra di essi
.
Siamo a bordo di una crociera sub e abbiamo tutto il tempo di tuffarci nella storia di questi relitti prima di andarli a vedere dal vivo. Il primo relitto che esploreremo è il Carnatic, seguito dal Ghiannis D, Kimon e Marcus.
Let's go!

Il relitto del Carnatic
Il Carnatic venne costruito e poi varato nel dicembre del 1862 dai cantieri Samuda Bros. Apparteneva alla prima generazione di navi a vapore le quali, nonostante fossero motorizzate, presentavano ancora un armamento a vela con due grandi alberi e per questo motivo venivano classificate come piroscafi a propulsione mista.
Fu una delle prime navi che fecero naufragio nel versante settentrionale di Sha'ab Abu Nuhas. L’ultimo viaggio del Carnatic iniziò da Suez il 12 settembre 1869 con destinazione il porto di Bombay in India. La nave durante quell’ultimo viaggio trasportava passeggeri e membri dell’equipaggio, un carico di balle di cotone, fogli di rame, la posta destinata ai soldati inglesi in India, numerose bottiglie contenenti vino e “London soda water” oltre a 40.000 sterline d’oro (l’equivalente di 1.000000 sterline al giorno d’oggi) mai più rinvenute.

La notte del 13 settembre 1869 avvenne la collisione contro i taglienti coralli del reef di Abu Nuhas. Dopo l’urto, il comandante P. B. Jones, constatando che il vascello non aveva subito gravi danni, non ne ordinò l'immediato abbandono, permettendo così a tutti i passeggeri di trascorrere la notte a bordo nell’attesa che giungessero soccorsi dalla nave Sumatra, appartenente alla stessa compagnia di navigazione del Carnatic che si trovava nei pressi di Abu Nuhas. Durante la notte il vento cominciò a soffiare con maggiore intensità e lo scafo non resistette a lungo: il vascello si spezzò in due tronconi. La zona di poppa affondò immediatamente trascinando con sé più di 20 passeggeri mentre la prua, rimase incastrata sulla sommità del reef per alcuni mesi, sino a quando una forte burrasca non la fece scivolare definitivamente alla base della barriera corallina. Morirono in totale 31 persone e i sopravvissuti si rifugiarono a Shadwan Island dove vennero soccorsi successivamente dalla nave Sumatra.
Le storie sul Carnatic romanzano ancora negli anni la presenza di tesori nascosti e mai ritrovati, creando un’ombra di mistero e spirito di scoperta verso uno dei primi RELITTI di questo cimitero di nave sommerse.
Cosa ci ha colpito di lui?
Questo relitto ci appassiona per la sua resistenza al tempo, è possibile visitarlo internamente in quanto è rimasto solo più il telaio con questi due grossi alberi adagiati sul fondale di circa 22 m. Ricoperto superiormente da una barriera corallina superbamente ricca, nonostante la sua triste storia, rimane un luogo davvero magico da visitare nel silenzio del mare.
Il relitto del Ghiannis D

Costruita nel 1969, presso cantieri giapponesi, questa nave cargo ha navigato fino al 1975 con il nome originario di Ghiannis D, dopo essere stata venduta ha cambiato nome in Markos D. Riacquistata poi nel 1980 dalla Dumarc Shipping Trading Corporation in Grecia, riprese il suo nome originario. Proprio in quel periodo le venne impressa una enorme D sul fumaiolo a testimoniare la compagnia di navigazione, che ancora oggi appare in tutta la sua maestosità appena si scende sott’acqua. L’ultimo viaggio della nave cominciò da Rijeka in Croazia nell’aprile del 1983, dove carica di legname era diretta verso lo scalo yemenita di Hodeida via Jeddah. Il Ghiannis navigò tranquillo attraversando il Mediterraneo per raggiungere Suez pochi giorni dopo. Il conflitto Arabo-Israeliano non era ancora terminato e per tutte le navi che dovevano attraversare il canale a quel tempo, le pratiche doganali erano un vero e proprio incubo. Al termine dei controlli il Ghiannis, riprese per raggiungere lo Stretto di Gubal, un passaggio molto stretto e pericoloso per le navi cargo. Il capitano, soddisfatto della navigazione e verificato che tutto fosse regolare, dopo un ultimo controllo della rotta, decise di lasciare il comando ad uno dei suoi ufficiali e si ritirò nella sua cabina.
Purtroppo, non aveva fatto i conti con la presenza del reef di Abu Nuhas, erroneamente segnalato sulle vecchie cartine nautiche. Il Ghiannis, navigava a tutta potenza bordeggiando il lato nord ovest del reef, era il 19 aprile 1983 e la nave, seguiva la sorte di tante altre imbarcazioni, andando ad urtare contro la barriera corallina. L’equipaggio abbandonò la nave, lo scafo rimase arenato sopra la barriera per molte settimane in balia dei mari, fino a quando una tempesta squarciò la nave in tre tronconi, facendola affondare completamente su un fondale sabbioso a circa 27m di profondità (la poppa).
Cosa ci ha colpito?
La poppa della nave è davvero immensa con una gigantesca elica e possibilità di visitare la sala macchine ancora ben conservata. Il suo orientamento a 45 gradi potrebbe portare un po' di disorientamento e confusione, niente paura friendly fins:
"ricordatevi che le bolle vanno sempre verso l'alto perciò seguitele!"
Tutto intorno pullula di vita marina sia di giorno che di notte! Consigliamo di farla in crepuscolare come abbiamo fatto noi! Davvero molto suggestiva.
Il relitto del Kimon - il relitto delle lenticchie
Il Kimon era una nave cargo costruita nel 1952 in Germania. La nave non ha mai cambiato il suo nome da quando ha cominciato a navigare fino al giorno del suo affondamento. Nel mese di dicembre del 1978, il Kimon M., dopo avere caricato 4.500 tonnellate di lenticchie insaccate nel porto turco di Iskenderun si apprestava ad affrontare il lungo viaggio che l’avrebbe portato fino alla città di Bombay, sua destinazione finale. Dopo due giorni di navigazione tranquilla in Mediterraneo raggiunse il canale di Suez pronto per attraversarlo, per quanto questa fosse una consuetudine, l’attraversamento del canale richiede sempre molta attenzione e tutto il tragitto è stato supervisionato ufficialmente dal capitano. Dopo essere entrato in Mar Rosso ed aver evitato le insidie della costa del Sinai, la nave cominciò ad orientarsi in direzione sud ovest lungo la rotta prestabilita. Il 12 dicembre 1978, con i motori a tutta velocità, il Kimon M. andava a sbattere violentemente sull’angolo orientale del reef di Sha’ab Abu Nuhas finendoci sopra. Venne immediatamente lanciato l’S.O.S. che fu recepito da una nave li vicino che si apprestò a recuperare tutto l’equipaggio per trasportarlo a Suez. Il forte impatto, i venti e le correnti, spinsero la nave sulla barriera corallina dove rimase arenata per qualche giorno e questo permise il recupero in parte del carico intoccato dall’acqua. Dopo di chè il cargo cominciò a scendere verso il fondale, diventando piano piano un nuovo trofeo di questo “maledetto reef”. A quel punto l’ultima cosa che rimaneva da salvare erano i motori e così fu fatto, praticando un ampio foro nella zona di babordo vennero rimossi tempestivamente prima del momento finale. Inizialmente la nave venne erroneamente identificato con il relitto del Seastar o dell’Olden, solo successivamente ne fu riconosciuta la vera identità!
Cosa ci ha colpito?
Il Kimon è di solito snobbato come relitto e oggi abbiamo voluto riscattarlo, esplorandolo alle prime luci dell'alba, onestamente questo relitto oltre a essere davvero grande è molto piacevole da visitare internamente con passaggi belli ampi che permettono di visitarlo dalla poppa di 26 m fino alla prua di 14/15 m, trovandosi poi davanti ad una barriera corallina mozzafiato. Tutta l'esperienza è stata arricchita da un bel gruppo di pesci pipistrello fedeli guardiani di questo relitto; che a un tempo, ha sfamato miliardi di pesci con le sue lenticchie!

Il relitto del Chrisoula K (Marcus) - il relitto delle piastrelle

Il Chrisoula K cominciò la sua carriera nel 1953 costruito in Germania sotto il nome di Dora Oldendorff. Nel 1970 cambiò società e venne rinominato Anna B. e con questo nome navigò fino al 1979 quando venne definitivamente prelevata dalla società armatrice greca che la ribattezzò col nome definitivo di Chrisoula K. Nell’agosto del 1981 la nave salpò dall’Italia comandata dal capitano Kanellis con un carico di piastrelle diretto verso Jeddah, in Arabia Saudita. Alcune risorse dichiarano che il capitano Kanellis controllò la navigazione personalmente dall’Italia fino al golfo di Suez, comprendendo anche tra le sue mansioni la richiesta di tutti i permessi necessari per la navigazione. Arrivato nel Golfo passò il comando ad uno dei suoi ufficiali per avere un po’ di riposo. Vero o no la nave continuò verso sud fino alla collisione del 31 agosto 1981 con il reef di Abu Nuhas, che segnò definitivamente il destino della nave. La nave nel tremendo impatto veniva irrimediabilmente danneggiata; la violenza dell’urto fu tale che determinò il completo distaccamento della prua che rimase sulla sommità del reef per diversi anni fino a quando le correnti e le maree la disintegrarono completamente. L’equipaggio composto da 21 persone fu salvato dall’intervento tempestivo della marina egiziana stanziata ad Hurghada.
Questa è l’opinione popolare del terzo relitto di Abu Nuhas ma è veramente questa la sua identità?
Si narra che in realtà il relitto corrisponde alla nave cargo Marcus che trasportava anche lei piastrelle di fabbricazione italiana verso l’Arabia Saudita e a causa di una tempesta ebbe problemi al timone, perdendo il controllo e incagliandosi sul reef graffiante di Abu Nuhas qualche anno prima del Chrisoula K. Quest’ultimo avvolto ancora di più in una nebbia piena di enigmi si pensa che abbia trovato il suo santuario silenzioso ad una profondità di circa 60 metri a meno di mezzo miglio dalla costa nord del reef di Abu Nuhas.
Cosa ci ha colpito?
Che sia Chrisoula o Marcus, vi assicuro Friendly Fins che è un relitto spettacolare per la sua dimensione e il suo stato di conservazione. Visitato in tarda mattinata con il sole bello alto, i raggi filtravano tra il telaio della nave illuminando questa montagna di piastrelle sparsa ovunque!
Una cosa mi ha lasciato affascinata più di tutto però: dentro la nave è ancora conservato tutto il laboratorio per la produzione di queste piastrelle a partire dallo stampo fino al forno di cottura.
Semplicemente pazzesco! Questo è un vero tuffo nella storia!

Le storie avvincenti di questi relitti ci hanno caricato di curiosità e adrenalina senza pari, tant'è che la loro esplorazione ha conquistato anche i più scettici, personalmente il mio preferito è il relitto Marcus con il suo carico di piastrelle ancora oggi facilmente visibile.
E il vostro?
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