Dove cerchiamo l’aragosta
L’aragosta la possiamo trovare sia nel Mar Mediterraneo che nei mari tropicali.
Nel Mar Mediterraneo la troveremo in ambienti rocciosi ricchi di spaccature. La nostra amica aragosta si nasconde sempre in qualche anfratto o all’entrata di qualche grottino! Durante il giorno rimane sempre all’ombra e in generale oltre i 20 metri, quindi in ambienti accessibili solo a subacquei con un brevetto avanzato. Tutto cambia durante la notte, quando diventa molto attiva e inizia a cacciare, in questo caso sarà facile vederla scorrazzare sul fondale alla ricerca di cibo!
Sicuramente sarà molto più facile vedere questi animali nelle Aree Marine Protette che non, in quanto sono molto pescate.
Nei mari tropicali la troveremo nella barriera corallina: il suo regno fatto di grottini e anfratti tra un corallo e l’altro. Le aragoste tropicali si fanno vedere anche nei primi metri d’acqua, quelle più giovani in particolare. Questo le rende visibili a tutti: subacquei e snorkelisti che, con un po’ di apnea, potranno trovarle nella loro tana mentre si riposano durante la calura del giorno!
Potremo anche trovare grottini ricchi di aragoste, in quanto,o occasionalmente decidono di condividere la tana tra molti esemplari! Una gioia per gli occhi!
Anche le aragoste tropicali di notte diventano dei feroci predatori! Si muovono velocissime nell’oscurità per cacciare, tornando poi alla loro tana verso l’alba.
Le immersioni notturne sono sempre molto affascinanti proprio perché si vedono animali che durante il giorno sono sempre nascosti e durante la notte si attivano! A volte ci chiediamo: “ma dove si nascondono tutti questi animali durante il giorno che non si vedono mai in giro?!”
Come possiamo osservare l’aragosta
Durante lo snorkeling
Mentre facciamo snorkeling non vedremo l’aragosta intera, a meno che non sia snorkeling notturno, ma dovremo cercare le sue antenne! Le antenne spuntano al di fuori della sua tana e spesso sono visibili anche dalla superficie come sottili bacchettine che spuntano dal corallo! Ecco questo è il segnale che c’è un’aragosta! Quindi Friendly Fins, facciamo un bel respiro e andiamo a salutarla!
Possiamo anche fotografarla o filmarla durante la nostra apnea ma ricordiamoci di non aggrapparci al corallo ne di sdraiarci sul fondo! Oltre a recare danni all’ambiente, il corallo è urticante e ci sono un sacco di animali mimetizzati sul fondo che, se infastiditi, si potrebbero difendere!
Durante le immersioni
Mentre ci immergiamo è più facile avvistare un’aragosta: l’importante è aguzzare la vista! Anche qui senz’altro più facile avvistare delle antenne prima dell’aragosta stessa.
Avviciniamoci piano, senza fare movimenti bruschi e loro non si spaventeranno nascondendosi dentro la tana.
Dobbiamo essere delicatissimi sott’acqua Friendly Fins! Solo così riusciamo a creare un contatto pacifico con gli abitanti del mare!
Durante le immersioni notturne invece, non servirà cercarla perché sarà già in giro per cacciare quindi sicuramente ci imbatteremo con lei semplicemente illuminando il nostro percorso!
La torcia subacquea
La torcia subacquea perciò deve essere parte integrante dell’attrezzatura, soprattutto quando ci immergiamo nelle acque del Mar Mediterraneo. Se desideriamo trovare le aragoste, la torcia ci aiuta ad illuminare grottini e anfratti esaltandone i colori.
Inoltre torna ESSENZIALE appunto per le immersioni notturne!
Toccare l’aragosta o afferrare l’aragosta
È una pratica comune e sbagliata toccare le antenne delle aragoste e le aragoste stesse. Vediamo perchè:
Le antenne di un’aragosta hanno una funzione importantissima sia nella comunicazione sia nella recezione di stimoli esterni. Con le antenne possono spaventare i predatori, captare i feromoni dei propri simili e il cibo, come se “annusassero” l’acqua!
Quando tocchiamo le antenne di questi animali, nella migliore delle ipotesi li abbiamo spaventati e confusi, nella peggiore le abbiamo danneggiate, impedendole di svolgere la loro funzione.
Non è necessario toccare le antenne per entrare in contatto con loro, sono animali molti timidi di giorno, quindi avviciniamoci piano e lasciamoli il loro spazio vitale!
Se toccarle è un atteggiamento sbagliato, strapparle invece è enormemente più grave. Senza antenne questi animali incontreranno morte certa. Spesso le aragoste vengono tirate fuori dalla tana per le antenne per poterle pescare, l’aragosta per difendersi recide le antenne piuttosto che morire.
A volte ci è capitato di vedere aragoste senza antenne ed è un dispiacere enorme vedere questi animali mutilati. Vorremmo quindi trasmettere delle buone abitudini e la consapevolezza che ad ogni azione corrisponde una conseguenza a cui spesso non siamo a conoscenza.
Rispettiamo gli animali Friendly Fins e loro ci ripagheranno regalandoci emozioni straordinarie!
Cosa può fare un Friendly Fins per l’aragosta
Abbiamo già visto come possiamo comportarci con l’aragosta in modo friendly e rispettoso in natura!
Ora vediamo cosa possiamo fare nella vita di tutti i giorni per questo splendido animale: purtroppo per lui, ha la carne molto pregiata ma di cui si mangia solo una piccola parte cioè l’addome.
Nel Mediterraneo la pesca dell’aragosta è regolamentata con blocco di pesca da gennaio ad aprile compresi e una taglia minima per poterla pescare: lunghezza carapace di 9 cm.
Per combattere la pesca di frodo, vengono fatti molti controlli dalla guardia costiera ma anche noi possiamo fare la nostra parte, evitando di comprare gli esemplari “troppo piccoli” e venduti illegalmente.
Sappiamo che una volta sul banco del pesce ormai è stata pescata, ma scegliendo solo gli esemplari “in regola” avremo dato il nostro contributo per combattere la pesca illegale.
Come si cucina un’aragosta?
Noi non facciamo un blog di cucina ma è giusto sapere qualche nozione su come si cucina un’aragosta: viene trasportata e mantenuta viva in casse piene di ghiaccio; al momento della cottura, viene buttata viva in acqua bollente portandola ad un’agonia di 15 minuti.
Ci teniamo a dire che l’aragosta è un animale con un sistema nervoso abbastanza evoluto e quindi in grado di capire cosa le sta succedendo. Le opinioni sono ancora discordanti sul fatto che sentano o no dolore ma alcuni paesi come la Svizzera hanno già definito delle regole ben precise per essere meno “brutali” nei loro confronti.
Utilizzo di metodi che ne allevino le sofferenze prima della cottura (anestesia, stordimento etc), e divieto di trasporto in ghiaccio ma solo in acqua salata.
In Italia non c’è ancora nessun divieto ma molti chef hanno deciso di adottare la linea svizzera, dimostrandosi disponibili a cambiare questo metodo, da sempre utilizzato.
Qui ora non stiamo parlando di mangiare o non mangiare l’aragosta, ma di sostenere il coraggio di alcune persone di mettersi in gioco per migliorare almeno in parte la condizione di questi animali.
Qualcosa su cui riflettere Friendly Fins…
Ma ora basta parlare di cucina, pensiamo a cercare le aragoste nel loro ambiente!
Aguzziamo la vista in cerca di antenne!!!
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